L’importanza di fare testamento viene spesso sottovalutata. Le regole della successione legittima possono essere sufficienti a soddisfare le esigenze chi ha figli, prevedendo la ripartizione dell’eredità tra di essi. Anche in questo caso, però, un testamento potrebbe essere utile per prevenire contrasti tra gli eredi, e magari consentire anche un risparmio fiscale.
In altre situazioni, invece, il testamento è assolutamente opportuno, per evitare di causare problemi agli eredi. Vediamo più specificamente quando è consigliabile fare testamento.
Chi è sposato senza figli
Molte persone sposate e senza figli sono convinte che, anche senza fare testamento, le loro proprietà passeranno automaticamente al proprio coniuge.
Questo è vero solo in mancanza di fratelli e sorelle, e nel caso in cui i genitori non siano più in vita.
Altrimenti, al coniuge va solo una parte dell'eredità, e una parte è divisa tra i genitori, i fratelli e le sorelle. Ricordiamo anche che se i fratelli o sorelle sono premorti, i rispettivi discendenti subentrano nella quota a loro spettante, per il meccanismo della “rappresentazione”.
Facendo testamento, invece, è possibile lasciare al coniuge l'intero patrimonio, oppure stabilire cosa deve andare al coniuge (per esempio l'abitazione principale e il denaro) e cosa deve andare agli altri parenti.
Chi ha figli
I diritti dei figli sono tutelati dalla legge. E' però consigliabile fare testamento quando si preferisce stabilire come devono essere divisi i beni tra i figli, per prevenire qualsiasi lite o incomprensione (purtroppo molto frequenti nell'ambito della divisione dell'eredità tra i familiari).
Ricordiamo inoltre che una ripartizione dei beni disposta nel testamento evita agli eredi le maggiori spese di un successivo atto di divisione.
E’ anche possibile attribuire al coniuge il diritto di usufrutto vitalizio su determinati beni, riservando ai figli la proprietà, per evitare ulteriori imposte al momento della futura successione.
Il testamento, infine, consente di “pareggiare i conti” tra i figli, nel caso in cui soltanto uno di essi abbia beneficiato di una donazione fatta dai genitori mentre erano in vita, ma non formalizzata in un atto notarile, come può accadere quando i genitori hanno aiutato un figlio ad acquistare la casa, ad avviare un’attività d’impresa oppure a ripagare dei debiti. In tal caso può essere opportuno far risultare queste situazioni nel testamento, prevedendo al contempo una maggior quota dell’eredità a favore degli altri figli.
Chi ha figli minori
In presenza di figli minori, l’apertura della successione presenta particolari complicazioni, e la parte del patrimonio ereditario destinato ai minori rimane soggetto al controllo del giudice tutelare fino al raggiungimento della maggiore età. Per evitare che il coniuge superstite si trovi in difficoltà, soprattutto se non ha un reddito proprio o ha un reddito minimo, può essere opportuno prevedere in un testamento la divisione dei beni ereditari tra il coniuge e i figli, attribuendo al coniuge, in tutto o in parte, il patrimonio finanziario, e ai figli, in tutto o in parte, il patrimonio immobiliare, eventualmente riservando il diritto di usufrutto vitalizio al coniuge.
Chi vuole beneficiare altre persone o enti
Chi desidera lasciare qualcosa a un amico oppure a un organizzazione benefica, può farlo solo attraverso un testamento. E' possibile lasciare una somma di denaro o un bene determinato. In mancanza di eredi legittimi, è anche possibile lasciare l'intera eredità.
Chi non è sposato e non ha figli
Fare testamento è particolarmente importante per chi non è sposato e non ha figli. Con il testamento è possibile scegliere le persone o gli enti a cui lasciare il proprio patrimonio, anziché lasciare che sia la legge a individuare gli eredi.
Conviventi
La legge italiana non prevede alcun diritto sull'eredità per i conviventi, nonostante la recente regolamentazione, quindi in presenza di una coppia di fatto l'unico strumento disponibile per trasmettere, in tutto o in parte, il proprio patrimonio al convivente è il testamento.
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